TUSCIA/ Via ortopedia e ostetricia, Andosilla nel caos
Se a livello generale la sanità laziale è in stato preagonico, comatosi, ma statico in attesa di qualche evento, nel Viterbese c’è aria di bufera. Dopo il primo commissariamento della Asl (ma De Sanctis, Ares 118, si divideva tra la Tuscia e la gestione delle ambulanze) è arrivato il secondo. Zingaretti ha spedito a Viterbo Macchitella, in parcheggio dopo essere stato contestato direttore generale del San Camillo, ma i problemi non cambiano, c’è una gran confusione. Adesso tocca all’Andosilla di Civita Castellana, stanno smantellando (provvisoriamente, si intende) il reparto di Ortopedia, verrà ripristinato non appena saranno riassegnate le risorse dalla Regione. Intanto il riferimento è il Belcolle di Viterbo, all’Andosilla verranno garantite solo due sedute settimanali di ambulatorio, sotto la regia viterbese, naturalmente. Anche il reparto di ostetricia è stato chiuso, a quando il trasferimento delle ostetriche rimaste a Civita? Ma non è tutto, ci sono anche i guai della Ro.Ri, guai giudiziari e finanziari. Gli Angelucci – non quelli della Tosinvest, per carità – starebbero per vendere all’Ordine dei Cavalieri di Malta la nuova clinica Santa Teresa, inaugurata solo un paio d’anni fa sulla Tuscanese. E’ costata 30 milioni di euro, non è chiaro se sia un excamotage per rientrare dalla finestra. Intanto 43 dipendenti della Ro.Ri. (su 187) in servizio nella clinica in questione e nella casa di cura di Nepi sono stati messi in mobilità. I lavoratori non ricevono gli stipendi da due mesi. Zingaretti promette e allarga le braccia.