Allarme dei cardiologi, con il taglio dei reparti italiani a rischio
Una ‘ghigliottina’ si sta per abbattere sui reparti di cardiologia italiani, «un network d’eccellenza che in 50 anni ha permesso di salvare oltre 750 mila persone» fulminate da un infarto. «Con l’imminente Regolamento ministeriale sulla ridefinizione degli standard ospedalieri, la salute del cuore degli italiani ne risentirà pericolosamente». Una «desertificazione» della rete salvacuore che «pregiudica di fatto i Livelli essenziali di assistenza». Il grido d’allarme viene lanciato a Milano, dove oggi si apre il 46° Congresso nazionale dell’Anmco, l’Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri. Una ‘3 giorni’ che si chiuderà sabato 6 giugno all’Expo, con la presentazione del primo Atlante della salute cardiovascolare degli italiani in relazione alle abitudini alimentari, durante un evento organizzato insieme all’Istituto superiore di sanità. «Le strutture cardiologiche italiane si ridurranno di 2 terzi», avverte il presidente dell’Anmco Michele Gulizia, parlando alla platea della sessione plenaria che precede l’inaugurazione ufficiale del meeting e che è stata intitolata non a caso ‘Esisterà ancora la Cardiologia?’. Con un colpo di spugna verrà cancellato «il network assistenziale che ha consentito alla nostra cardiologia di essere segnalata tra le migliori del mondo per qualità e tempestività di intervento», denuncia lo specialista, direttore della Struttura complessa di cardiologia dell’ospedale Garibaldi-Nesima di Catania.