“Nome razzista, cambiatelo”: Washington Redskins nel mirino degli sponsor
“Cambiate il nome alla squadra”. L’onda lunga delle proteste dopo la morte di George Floyd investe la National Football League e in particolare i Washington Redskins. I ‘pellerossa’ della capitale, che sul casco esibiscono come logo un indiano, già in passato sono stati invitati a cambiare nome. Ora, con il paese scosso dalle proteste delle ultime settimane, la franchigia deve fare i conti con il pressing della FedEx, il colosso che versa 205 milioni di dollari per battezzare lo stadio in cui la squadra gioca le partite casalinghe. “Abbiamo fatto pervenire a Washington la nostra richiesta affinché la squadra cambi nome”, ha fatto sapere FedEx in una nota al network Espn. Frederick Smith, presidente e Ceo di FedEx Corp., è anche azionista di minoranza dei Redskins. La richiesta, quindi, proviene da una figura rilevante all’interno della franchigia.
Le pressioni sui Redskins non sono una novità. Già nel 2014 due membri del Congresso avevano scritto una lettera al commissioner della Nfl, Roger Goodell, esortandolo a pronunciarsi pubblicamente a favore di una modifica del nome della squadra: ”La National Football League non può più ignorare e perpetuare l’uso di questo nome per quello che realmente rappresenta: un insulto razzista”.